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On Maggio 2, 2022
Marketing Politico e Social: mai casuali
Quando si fa del marketing politico è bene ricordare che i social in campagna elettorale sono strumenti fondamentali: solo però se il politico, il candidato, il cittadino che prova ad impegnarsi ci lavorano a lungo. Social last minute sono un fallimento certo: attenzione dunque a cosa viene detto: non tutti i professionisti, infatti, sono in grado di curare la tua campagna elettorale, troppi, anzi, saranno solo capaci di metterti in imbarazzo. Gli esempi possono essere parecchi ma se sei interessato alla vita politica sicuramente segui qualche onorevole o qualche partito sui social e avrai notato certe cadute di stile non indifferente.
Campagna Elettorale: ti racconto il marketing politico
Se facciamo un salto indietro di circa 10 anni ci accorgiamo con nella comunicazione politica è accaduta una vera e propria rivoluzione infatti grazie ai social la comunicazione è differente, non più unidirezionale (one-to-many). Il marketing politico cambia forma e ne prende una nuova: creativa, personalizzata, informativa e completamente da scoprire. Il marketing politico diventa fondamentale per acquistare consenso popolare: i social in questo sono utili ma non creati ed usati all’ultimo istante come spesso viene fatto.
I social: l’elettore diventa attore
E’ fondamentale capire che grazie ai social le campagne elettorali non sono “di un mese o due mesi” ma diventano permanenti. E’ grazie all’innovazione portata sul web dai social che l’elettore diventa parte attiva della politica. In un’Europa dove i partiti politici sono diventati sempre più fluidi e liquidi la rete ha contribuito a far diventare tutti protagonisti. Interagire ed esprimere la propria opinione con il politico, il candidato, il parlamentare, il consigliere, diventa importante, essere ascoltati, accolti e coinvolti fa cambiare la visione dell’elettore. Interagire con il leader politico che, a sua volta, interagisce con il cittadino in maniera diretta (mediata ovviamente dal social manager ma questo è tutto un altro ragionamento) porta ad aumentare il sentiment e perchè no a divulgare valori che sono da sempre attribuiti ad un partito o ad un soggetto politico. Sempre importanti da tenere a mente sono gli errori da non fare.
Il cittadino può dialogare direttamente con il leader politico che a sua volta interagisce con il proprio pubblico in maniera diretta. Ecco che i social vengono utilizzati da parte dei leader per creare un brand politico, con cui si trasmettono i valori e attributi del candidato.
Targetizzare la campagna: non è da tutti
Sebbene possa sembrare strano: non tutti i social manager e non tutti gli esperti di comunicazione sono in grado di generare una campagna elettorale o curare il tuo marketing politico infatti pochi conoscono le norme intrinseche ed estrinseche della comunicazione politica: facile cadere in errori gravi che poi saranno addebitati al candidato. Passare da un comizio in piazza ad una piazza permanente prevede molte conoscenze.
- Target
- Geolocalizzazione
- Reddito
In tutto ciò ovviamente i big data vengono in aiuto ma non basta! Sembra strano ma le competenze intellettuali contano ancora tantissimi molto oltre della profilazione virtuale.
Scegliere il target di una campagna elettorale ai tempi dei social passa dalle conoscenze, ad esempio, di Facebook o Twitter, Instagram o… Tik Tok. Quest’ultimo social non ha certo un target elettorale!
Going Public: tra bene e male
Nella ricerca del consenso il going public è fondamentale. Lo so: non sai cosa è il going public. Si tratta della buona gestione dei mass media sfruttandone le opportunità. Capisci perchè non puoi affidarti ad un principiante? La gestione dei mass media ( media management) fa la differenza ed implica anni di esperienza. Con il going public si apre un canale di comunicazione che viene poi ampliato grazie ai social e alla rete. La rete, infatti, amplia questa possibilità, la campagna permanente sui social diventa una vera risorsa. (In Italia abbiamo esempi importanti di campagna permanente: sai chi? Sicuramente sì!) La potenzialità di divulgare un messaggio a n elettori è davvero importante: ha però come tutto un lato positivo, e, talvolta, uno negativo.
- Costi bassi: assolutamente sì! Con qualche euro di sponsorizzazione sui social si raggiunge persino un intero collegio elettorale delle politiche! Ma attenzione: si deve targetizzare e geolocalizzare bene. Non a caso. Mai a caso. Il rischio di fare azione di propaganda male è quello di avere un’azione contraria.
- Relazioni: sui social si intrecciano tantissime relazioni, non di rado si possono coinvolgere sostenitori e stakeholder.
- Esposizione: aumentata all’ennesima potenza, se non saputa gestire bene può creare problemi di non facile risoluzione.
La campagna elettorale social non è uno gioco
La campagna elettorale social non è un gioco, così come, con tutta certezza, non lo è nemmeno la tradizionale. La campagna sui social è l’unione di tantissime azioni e queste, gestite bene, portano ad aumentare la notorietà. Si tratta di pianificare in modo permanente un dialogo ed un contatto con l’elettorato di riferimento. E’ bello, differente, può essere divertente: sicuramente costruttivo ed istruttivo.