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On Agosto 14, 2017
Violenza social? Adesso basta
La violenza social è un problema. Un problema vero tanto che nei social non si può condividere nulla di differente se non si vuole diventare vittime dei “leoni da tastiera” . #Adessobasta perchè la violenza nel comunicare troppo spesso si trasforma in violenza reale. I social italiani abbondano e trasudano odio: il razzismo corre veloce sulle fibre del digitale, il sessismo si amplia, le molestie sono all’ordine del gioco.
Urge una presa di posizione forte.
Violenza Social se condividi un post
Accade così che leggendo un post del Corriere della Sera online decido di condividerlo. Non lo faccio mai, quasi mai, proprio perchè so quanto è feroce l’italiano medio online.
Condivido il post sulla mia bacheca FB: l’immagine del post è quella di Laura Boldrini, un commento, qualche riga.
Basta poco per scatenare l’inferno. Commenti su commenti, atteggiamenti da “troll”, insulti a valanghe, ingiurie.
Utenti social impazziti come tori alla corrida spargono violenza e cattiveria a più non posso.
Assenza di educazione, innanzitutto #adessobasta. Dissentire è sempre possibile nei limiti della civiltà.
In rete però si è stati presi dalla foga, qualcosa è sfuggita di mano e dopo le fake news, le notizie palesemente false e le bufale arrivano i commenti violenti.
Ed il delirio libero virtuale offensivo. Quello che succede? Ecco qui qualche spezzone.
Insulti e ingiurie tutte di chiara natura sessista e razzista.
Sembra quasi che il nome di Laura Boldrini possa attirare odi e rancori sopiti.
Spicca tra tutti i post, tantissimi, l’ignoranza, la misconoscenza di qualsiasi norma di civile convinvenza e buona educazione.
L’unica constatazione è quella che il nome di Boldrini scateni la violenza.
Fermare la violenza social
Vero esistono già delle norme a tutela delle vittime di violenza verbale e scritta, esistono alcuni articoli del Codice Penale a tutela dell’Onore, esistono quelli che normano e dipanano casi di diffamazione o ingiuria ma è anche vero che in Italia i social sono diventati un vero e proprio campo di battaglia verbale sempre più violenta.
E’ oggettivo: in Italia la violenza social va fermata. Non è censura, non è una violanzione della libertà di pensiero è ridare ordine ad un mondo virtuale dove la violenza nasce strisciando in modo subdolo e non di rado si trasforma in tragedia reale.
C’è un unico dato di fatto: l’uso scorretto dei social nasce da un cittadino sempre meno educato. Internet dovrebbe essere veicolo di cultura e di saper fare, i social luogo di condivisione ed invece sono piazze virtuali dove persino sampietrini e manganelli prendono forma tra una virgola e l’altra.
Social ieri strumento rivoluzionario da usare nell’ambito della comunciazione oggi luogo di violenza virtuale accesa ed efferata.
La violenza social miette costantemente delle vittime, probabilmente lo fa solo in senso morale ma lo fa. I social da sistema nato per radunare persono sono diventati un luogo dove è doveroso dare libero sfogo a pulsioni recondite ed odio.
Sulla violenza social è da tempo che la classe politica italiana ha preso posizione.
IlPresidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, inserisce questo argomento: “Il web, ad esempio, è uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze.
Internet è stata, e continua a essere, una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi”.
Hate Speech chi sono
Violenza social ovvero hate speech, nasce nei luoghi virtuali e spesso esce dai monitor per diventare reale.
E’ hate speech: usare i punti esclamativi a caso, lo è ingiuriare le persone con post colmi di odio e razzismo, lo è disprezzare il prossimo per via delle fede religiosa e politica.
I social, sappiamo tutti essere un grosso ripetitore di messaggi, nel caso degli hate speech diventano una cassa di risonanza negativa tanto è vero che un messaggio negativo tende ad influenzare altre persone che possono spingersi a loro volta ad incrementare la stessa scia di violenza verbale a supporto di chi l’ha innescata.
Nella violenza social si cerca di continuo un capro espiatorio, i soggetti si coalizano in gruppi ed inizia un vero e proprio boomerang.
E’ questo che vorrebbe frenare Laura Boldrini ma per fare questo serve oltre che la certezza delle applicazioni delle attuali norme, una nuova norma dedicata esclusivamente al web.
Comunicare in modo corretto è fermare l’odio
La violenza social è in crescita, bloccare l’odio è importante. Comunicare in modo corretto diventa sempre più difficile sopraffatti da tanto odio e tanta ferocia.
La società presente sembra essere pervasa da odio e sentimenti violenti.
La dura realtà parla chiaro: la violenza social e l’odio verbale escono dal monitor e spesso si trasformano in devastanti fatti della vita reale, cronaca quotidiana, lontana dai social network, molto più tragica ed amara.
Contrastare il fenomeno diventa doveroso: educare i giovani e gli adulti all’uso consapevole della rete, ma sopratutto ripercorrere a piccoli step quella che un tempo era la buona educazione diventa probabilmente fondamentale in un mondo sempre più tristemente violento.